Cancheràs
BARBARA MONTI & LUCA RALLI
CANCHERÀS
19×26 cm, 124 pp. b/n
brossura cucita con bandelle
fumisterie, 10
ISBN 978-88-98462–46-9
14 euro
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«Mio papà quando aveva quarantasette anni, era forse aprile del duemila, non ricordo bene, ha iniziato a lamentarsi perché gli faceva male il culo. Per un po’ abbiamo pensato, anche lui lo pensava, che questo suo mal di culo fosse un mal di culo psicosomatico, perché non ce l’aveva sempre. Quando suonava, per esempio, mio papà suonava insieme a un gruppo, scrivevano canzoni rock così e così, e quando suonava, con la bandana rossa come Santana che gli copriva la pelata, quando suonava mio papà saltava sul palco e sembrava proprio che stesse bene. Dopo invece si è saputo che invece non stava bene già da un po’, solo che nessuno se n’era accorto che gli era venuto il cancro. L’avremmo saputo solo a giugno, o giù di lì.
Non sono brava con le date».
Luca Ralli porta negli spazi bianchi del fumetto, del tempo, del ricordo, del momento in cui tutto deve ancora cominciare il racconto della morte del padre scritto da Barbara Monti. E una storia che fa così male, senza smettere di far male nemmeno per un attimo – ci si soprende a scoprire, leggendola, rileggendola inseguendo le connessioni – fa anche bene. Molto.
Barbara Monti – Scrittrice, inventrice di riviste bellissime («Alice Baum»), traduttrice di videogiochi. Cancheràs è la prima opera che pubblica con Barta, ma non è la sua prima opera.
Luca Ralli – Fumettista, illustratore, scenografo teatrale, docente, animatore. Tra le sue collaborazioni, «Cuore», «Linus», «Carta», «Il Venerdì di Repubblica» e il Cern di Ginevra. Con Stefano Benni ha pubblicato Pantera e Fen il fenomeno, editi da Feltrinelli; con Luca Scornaienchi Peppino Impastato, per i tipi di Round Robin. Finalista del SilentBookContest 2018 e vincitore del Premio Andrea Pazienza al Festival del Fumetto di Cosenza. Per i tipi di Barta ha scritto e illustrato, con Fabio Magnasciutti, Due (2019/20), selezionato dalla giuria del premio di qualità del festival della Microeditoria di Chiari.
LR: «Domani alle 15,30 ho un incontro a CasaWacom. Una roba online, carina, organizzata da tempo, cui fino ad ora ha partecipato un sacco di gente fica del mondo del fumetto e dell’illustrazione (perché abbiano chiamato anche me mi sfugge, infatti). Comunque: di base roba mia. Ma. C’è un ma. In genere mentre si chiacchiera si deve anche disegnare. Così la gente ti vede lavorare e in teoria si diverte. Io odio questo. E ho dei problemi a disegnare concentrato mentre chiacchiero. Ma è lo show che lo chiede. Sticazzi. Comunque: che c’entrate, voi? C’entrate perché io vorrei disegnare/inchiostrare live una NOSTRA tavola. Di questo fumetto. Perché mi piace. Perché è strana. Perché credo possa incuriosire gli spettatori. Perché forse ci fa gioco iniziare a parlarne… ma anche perché non ho voglia di inventarmi qualcosa apposta, lo ammetto: la mia testa è super impegnata, e mi verrebbe facile continuare a disegnare la nostra storia, visto che è quello che farò prima e dopo questo incontro…».
BM: «Per me è un’idea fica! E la copertina è bellissimissima. Ma il mio nome lo scriviamo più piccolo e in grigio scurissimo, tono su tono, grazie».
Lui decise che per essere felice
doveva emigrare da là;
addio alle delusioni cicaghesi,
addio all’importantissimo nodo ferroviario.
Si diresse all’aeroporto
per volare fino ad Erba (CO),
e lì trovare l’erba
sulla faccia della gente.
Elio e le Storie Tese