Mappa Letteraria di Milano

Un poema continuamente interrotto. Ma anche basta con queste immagini logore. Una città. Un agglomerato di persone che scelgono tutte di vivere nello stesso spazio e ci costruiscono case. Poi le case si moltiplicano, poi crescono in altezza, perché lo spazio è finito. Alle case si aggiungono strade e ritagli di terra intoccata per non morire di soffocamento onirico. Poi alle strade, ai palazzi, ai giardini si aggiungono le conquiste del cielo e dei fiumi e gli scavi sotterranei per liquami e altre vie. E negli interstizi, fra palazzo e palazzo, fra strada e giardino, nelle intercapedini tra fosso e fiumazzo ci sono nascondigli, recinti invisibili dove scomparire. La vocazione della città è questa: la scomparsa, l’assenza. Scomparire, rintanarsi. Nelle pieghe d’ombra della città nascono poeti, scrittori; si accampano ai margini dell’invisibile e scrivono. Lo fanno da anni, vanno avanti così per sempre e da sempre, anch’essi dimenticati, beati di quell’oblio. Milano è grigia, la nebbia, la competizione, la solitudine, il freddo e così via. Ma è indubbiamente una città. La più città fra le nostre città. E questa mappa le rende ragione.

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