Diverso da Uno
Questo è un “Coselli” sull’estensione. Tutto ciò che non-siamo-noi eppure è-noi. Neanche parte, solo e semplicemente noi. Siamo noi il nostro occhio meccanico, il bulbo di vetro e tungsteno che s’illumina nella mente quando pensiamo un pensiero centrato e luminoso/numinoso.
Francesca Matteoni / Tutti gli altri
Accomiatarsi dall'infanzia significa scrivere una favola nera, quella in cui si debbono lasciare indietro i personaggi (fittizi o meno) che hanno fatto parte della nostra vita. Di più: crescere è un processo smaliziato, in cui ogni storia svela il suo
L’ansia differenziatrice dell’Universo
Presto, ho bisogno di un’altra prospettiva. Date acqua da bere ai miei occhi. Conrad guarda fuori dalla finestra. In silenzio, nella stanza dominata dal rintocco metronomico del pendolo. Entra in stanza sua moglie, lo sorprende in meditazione con l’ozio stesso,
Paolo Del Colle / Spregamore
«Dov’è, dentro di noi, la vita? Sin dove arriva, dove rimane intatta, priva di residui o rancori, quando continua senza di noi ignorando la nostra esistenza e diventa un pensiero o almeno un’occasione mancata?» Lo Spregamore di Paolo Del Colle (Gaffi
Nella notte della dittatura la luce dei libri libera i figli degl’uomini
All’epoca delle sue prime apparizioni il carro armato era un goffo drago incendiario che faticava ad arrivare in tempo sui terreni della guerra. Non ci ha messo molto, questo ragazzone, per impratichirsi ed essere una vera belva da battaglia. Questo
Lorenzo Pini / A Lisbona con Antonio Tabucchi
Immanuel Kant rivoluzionò l'epistemologia presupponendo le forme a priori, fra le quali lo spazio e il tempo risultavano le fondamentali. L'esperienza umana deve infatti passare attraverso queste due categorie ed è conoscibile, continuerebbe con veemenza a sostenere il famoso cittadino
Pussy riot
C'è una meccanica del desiderio dietro la narrativa. Ogni narrazione è un dispositivo d'attrazione desiderabile che, anzitutto, attrae un movimento. Una fuga, un salto sul posto, un movimento apparente o un movimento taciuto, ma pur sempre uno spostamento, lo iato
Michele Tortorici / Due perfetti sconosciuti
«Come ho fatto io ad accettare senza problemi la mia insonnia? Le buone letture, mio caro Raffaele. E la totale mancanza della paura di pensare». Scritto interamente sotto forma di monologo, Due perfetti sconosciuti di Michele Tortonici (Manni 2013) è la
Le abitudini degli scrittori
Lo so: a prima vista direte che ne abbiamo già parlato. Non è del tutto esatto. Vi state riferendo a un altro post, di altra longitudine, di altro cielo: si parlava di notte, d'insonnia, di maledetta insonnia. Qui la sfera