Avanti, nel mondo
Gambe di donna. Diceva Truffaut che erano compassi per misurare il mondo. Cartografia del femminile, il mondo spiegato attraverso la chiave di lettura dei propri passi. Ginopassi, così, per usare un termine inventato. Non è solo una questione di geografia di genere, ma c’è una grande differenza fra il cammino di una donna e quello di un uomo: quello della donna è visibile.
Le donne mettono avanti la propria visibile ampiezza del compasso, dividono il mondo mettendoci la faccia, anzi, mettendoci le gambe. Tutto è visibile, tutto è schiettamente lanciato in avanti. Tutto. E come una medicina d’urgenza questa stilista israeliana ha pensato che il modo migliore per affrontare la battaglia del mondo fosse mandando avanti, nello scoperto delle gambe, i propri miti letterari.
Brani di libri famosi, classici che da Eliot, a Lewis Carroll si sono meritati il posto sulle gambe delle donne del mondo. Perché il mondo possa essere spiegato anche dai passi di chi l’ha scritto, di chi l’ha camminato con la propria penna. E soprattutto il grande riscatto: Emily Dickinson, la poetessa autoreclusa, che finalmente è libera di viaggiare.
Filippo Polenchi