Quint Buchholz / La lingua dei libri
«I suoi quadri si inscrivono con forza nella nostra percezione e ci rapiscono totalmente, facendoci soggiornare in un mondo sospeso, silenzioso, che lascia spazio al pensiero, alla meditazione, al mistero»: così Grazia Gotti su Zazie presenta l’opera di Quint Buchholz (qui sopra: Uomo sulla scala), in Italia conosciuto soprattutto come illustratore di libri per ragazzi (Mattia e il nonno di Roberto Piumini, Dormi bene orsacchiotto mio e altri).
Nato a Stolberg, vicino Aquisgrana, nel 1957, e cresciuto a Stoccarda, dopo gli studi di storia dell’arte e di pittura e disegno in quel di Monaco, dal 1979 Quint Buchholz lavora come illustratore e pittore, esponendo in varie gallerie d’arte e mostre (oltre che in Germania: in Svizzera, Francia, Italia, Grecia e Taiwan).
Alla sua attività di pittore puro ne affianca altre limitrofe: pittore di scena (per il Golem e per Caligola (Jochen Schölch, Teatro metropolitano di Monaco) prima e ispiratore di un’opera teatrale poi (stesso regista, opera tratta dalla sua serie Il collezionista di momenti), illustratore per riviste e case editrici.
Nell’elenco delle sue immagini soffuse di toni pastello, quasi un garbato Magritte, i libri fanno spesso capolino (e d’altronde il suo cognome contiene la parola libro, in tedesco); e qui ne trovate alcune. Il suo surreale punto di svista sulla vita e sulla compenetrabilità di conscio e inconscio, fattuale e metaforico, sempre facilmente leggibile e spesso arguto, val bene una visita fuori tema libresco: qui.
La luce dei libri
Il saluto
Libro con lingua
L’uomo che legge