La città degli spiriti
Una patria letteraria non si sceglie, si abita, anche perché cosa significa abitare Macondo o la Terra di Mezzo? In questa mappa letteraria di Londra, creata dall’artista grafico Dex e dall’interior designer Anna Burles, i quartieri dove celebri opere letterarie sono abitate (non ambientate, proprio vi hanno dimora) vengono finalmente rappresentate.
È un’odissea della citazione, una fantasmagoria che ha lo scopo di dare conferma del reale, come tutte le messinscene di spettri del resto. Anche questa mappa, oltre a rendere giustizia alla proliferazione e alla felicità delle storie che si svolgono a Londra, oltre insomma a testimoniare la vivacità immaginativa di Londra (c’è proprio tutto: da Sherlock Holmes a Bridget Jones) è davvero il tentativo di mettere le briglie ai fantasmi. La fortuna della catalogazione, l’eterna capacità di poter tornare a classificare e mappare e sondare e disegnare e cartografare, è incredibile e gustosa, una vera e propria gastronomia geografica ma ancora di più, appunto, questo è l’esperimento di due sciamani.
Dallo spirito alla terra, dal pensiero alla realtà, addomesticare gli spiriti di Oliver Twist e di Charles Dickens, di Phileas Fogg, di Jack lo Squartatore e così via; evocarli al proprio tavolo magico, metterli infine al loro posto. Nuove prospettive dell’abitare, allora: una casa per i fantasmi, di nuovo una casa per gli spiriti. Cartomanzia e talismani per rendere visibile l’invisibile e dare una ragione all’ineffabilità carnale dei personaggi letterari. Che Londra sia il loro punto d’incontro perché città esoterica? Questa è un’altra storia ancora.
Filippo Polenchi