L’evoluzione della specie
Più di tutto conta adattarsi. E questo font si adatta. Letteralmente. La scrittura, le parole, sono camaleonti. Si modificano per soddisfare il proprio pubblico, per adeguarsi al pensiero. Ogni pensiero ha la sua forma naturale: lo stile è questo, dare una forma precisa a un’idea precisa che non poteva che avere quella forma. Il vincolo di crearsi da soli un legame così fatale, così duraturo. Ciascun autore trova il suo stile, la sua voce, faticosamente – oppure no. Per qualcuno è difficile, per qualcuno è più facile, ma per tutti è necessario. Questo font che apprende dal suo svolgersi (leggete l’articolo per capire bene) può essere considerata una variazione sul tema della voce. Una melodia che cambia di continuo, ma che alla fine riesce miracolosa e bilanciata. La scrittura in corso d’opera, l’occhio nel laboratorio. Non avevo mai visto la forma estetica che prendevano i pensieri mentre li elaboravo sotto le sembianze di parole. E ora è squadernata sotto i miei occhi: un ribollire barocco ed evolutivo del disconnesso terreno che affrontano le scintille neurali per giungere alla verbalizzazione. Una strada verso la liberazione.