L’occhio della mente
Ci è notissimo che la sinestesia sia una figura retorica amatissima da poeti simbolisti. Meno noto è che la sinestesia sia anche un fenomeno psichico che scombina, letteralmente, le percezioni sensoriali. Una sensazione – uditiva, visiva ecc. – al posto di una sollecitazione di senso diversa – olfattiva,tattile ecc. Tocco una superficie e percepisco un odore. Un guasto, appunto, una ricombinazione percettiva e aleatoria che può dar vita a una classificazione fenomenologica. O forse neanche quella. Chi vive la sinestesia vive in un mondo di sensi cubisti, neanche caotici, solo riconfigurati.
È il sogno di ogni scrittore. E il suo limite estremo. Dar vita a immagini mentali così potenti da imprimersi nella mente del lettore. Immagini senza timore di sbiadimento, che però non possono essere troppo precisamente descritte perché altrimenti perdono quella voce evocativa, sciamanica che, se è presente invece, riesce a far di tutto: sollevare rivolte, cantare inni, resuscitare. È su questa linea di aporia che si muove lo scrittore. Descrivere, spiegare, partecipare, dire, non-dire, cosa dire e come dirla. Descrivere, raccontare, pensare, parlare.
This Book is a Camera from kellianderson on Vimeo.
Come leggere e vedere, ecco. Una sinestesia, appunto. Una sinestesia che recupera l’errore, lo ricicla, lo rende commestibile. Un libro che si apre, come un libro pop-up, e l’ologramma fisico diventa un obiettivo da fotocamera, solo che la fotocamera esiste davvero. È una camera a foro stenopeico. Un cetaceo del passato, un traghetto che viene da un altro tempo, quello delle origini, delle esplorazioni della tecnologia analogica. C’è qualcosa di epidermico e primitivo in tutto questo. C’è talmente tanta poca membrana tra la macchina, il pensiero, l’occhio, la lettura, la mente, le immagini della mente, talmente sono così vicini e toccabili l’un l’altra che quasi sembra di scattare una fotografia nello sfarfallio delle palpebre che sbattono.
Questo artista è un genio, non c’è dubbio. Tanto più che pone degli interrogativi non banali non soltanto sul mezzo in sé, quanto su tematiche attualissime: la macchina-libro ha un costo, peraltro irrisorio davvero, ma il progetto è gratuitamente scaricabile sul sito di Kelly Anderson e modificabile. L’occhio della mente diventa di pubblico dominio, open source. Allacciate le cinture, può succedere di tutto ora.
Filippo Polenchi