Nevrosi junghiane
I libri da colorare per adulti sono delle cronistorie della nostra vita in perpetua mutazione. Raccontano l’evoluzione delle nostre nevrosi (avrei voluto dire paranoie) e i metodi sempre più originali che troviamo per sconfiggerle. Inoltre da quando l’uomo è entrato nella sua fase moderna l’idea di trovare l’originalità nella riattualizzazione del passato è divenuta pragmatica. Da questo punto di vista i libri da colorare che usavamo da bambini sono un efficace strumento per sconfiggere ansia e depressione (nei limiti di un quadro clinico che sia più sociologico che patologico).
Scoprire dunque che già nel XVII secolo esisteva almeno un libro da colorare rende lo scenario più interessante. Anzitutto perché il libro in questione è un poema di 15mila versi, del poeta Michael Drayton, dal nome Poly-Olbion e racconta geografia e leggende dell’Inghilterra del tempo. L’incisore William Hole ne illustrò alcune pagine, lasciando però gli spazi da colorare ai lettori.
Radice della nevrosi, da rintracciarsi nella ricchezza? Un detto di mio padre – e forse anche del padre di suo padre – è che quando si è troppo occupati a sopravvivere non si ha tempo per essere depressi. La realtà temo lo abbia sconfessato, testimoniando che più le condizioni della propria esistenza sono provvisorie e ingodibili, più si è vittime di depressioni e conseguenti rimedi disastrosi. Il disegno, anzi: la ripetizione mnemonica del gesto, che nella colorazione del disegno può diventare davvero automatismo, è alla radice della cura. La ripetizione – purché volontaria – è alla base della guarigione: forse perché più ci si concentra su un problema e più lo si vede per quello che è, ovvero un demone mentale, un’ombra evanescente ma terrorizzante se caricata di troppa importanza. Questa storia, semmai, sembra suggerirci che il patrimonio delle nostre ansie e dei loro rimedi è antico.
Filippo Polenchi