Voglio seguire il suggerimento di Peter Mendelsund, autore di un libro sull’argomento e per il quale sono stati realizzati questi video promozionali (da due registi). Voglio colmare il non-detto della lettura, la lacuna dell’immaginazione, azzerare la distanza fra la parola scritta e l’immagine pensata. Quanto grande è la delusione provata davanti alla riduzione cinematografica di un libro e la scoperta che quell’attore o quell’attrice non corrisponde affatto all’idea che ci eravamo fatti di quel personaggio quando leggevano il libro d’origine. Dune è, per dire, un romanzo di fantascienza ambientato su mondi lontanissimi che al momento di essere trasposto al cinema ha visto più di un grande regista disfarsi di fronte alla sfida dell’impossibile: tradurre in immagini immagini mentali.
La sottile linea tra l’immagine raffigurata e raffigurabile e quella del pensiero è invalicabile. Si può arrivare abbastanza vicini alla fusione delle due entità, ma è una visione soggettiva. Non c’è possibilità di rimediare allo scacco della traduzione immaginale di pensieri che suscitano immagini nel segreto della propria psiche. Si dovrebbe forse procedere con immagini astratte, derive percettive di colori e suoni e poi, solo in un secondo momento, lasciar affiorare qualche immagine così, dal nero del mare. (Si precisa che l’uso della parola “immagine” non ha scopi subliminali).
Che poi, alla fine, credo sia il vecchio problema di sempre. Viviamo nel dramma dei nostri frammenti. Siamo parcellizzati di parole e di cose, impossibilitati alla sintesi. Se nell’Eden, ai suoi fortunati inquilini, bastava indicare una cosa o pronunciarla perché la cosa si manifestasse o fosse lì noi niente: siamo condannati a essere macchine desideranti che desiderano ferocemente e non ottengono dalla realtà lo stupore di cui abbiamo bisogno per continuare a sentire il sapore delle cose. Eppure vedendo questi video brevissimi ho come questa impressione: tra parole e cose il divorzio è irrefutabile, ma è forse solo questione di accendere la luce.
Filippo Polenchi